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Recensione "Sette brevi lezioni di fisica" - Carlo Rovelli

  • ©lacasadeilibri
  • 17 mag 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Titolo: Sette brevi lezioni di fisica

Autore: Carlo Rovelli

Pagine: 88

Casa editrice: Adelphi

Anno di pubblicazione: Ottobre 2014

“Sette brevi lezioni di fisica” di Carlo Rovelli è uno di quei libri che, appena usciti, sono già in vetta alle classifiche dei best seller. Tutt’oggi, quasi circa un anno dopo, il libro edito da Adelphi, staziona in cima.

Personalmente ho corteggiato questo libro per mesi e mesi. Vedevo foto ovunque, ne sentivo parlare ovunque e tutta questa fama mi ha incuriosita, anche perché la materia trattata non è tra le più commerciali. Grazie alla mia curiosità ho deciso di comprarlo e, dopo averlo terminato, ho capito cosa lo rende così speciale.

“Sette brevi lezioni di fisica” non è un romanzo, né un trattato puramente scientifico; è un saggio, sì, ma più precisamente è il tentativo di Carlo Rovelli nel portare la fisica moderna a contatto con l’uomo moderno.

Le lezioni sono le seguenti:

  • La più bella delle teorie

  • I quanti

  • L’architettura del cosmo

  • Particelle

  • Grani di spazio

  • La probabilità, il tempo e il calore dei buchi neri

  • Noi

«Queste lezioni sono state scritte per chi la scienza moderna non la conosce o la conosce poco. La scienza ci mostra come meglio comprendere il mondo, ma ci indica anche quanto vasto sia ciò che ancora non sappiamo»

Questa premessa di Carlo Rovelli è molto importante, in quanto ci informa sin da subito che il suo intento non è quello di riempirci la testa di formule, princìpi, numeri e calcoli che solo un fisico o un matematico capirebbero. Al contrario, il suo intento è quello di porci a tu per tu con la fisica, renderci partecipi dei suoi meccanismi e non semplici spettatori.

Pur non essendo un romanzo, il libro si muove intorno a due protagonisti importanti: l’uomo e l’universo.

Le prime sei lezioni, infatti, sono incentrate sul meccanismo che regola l’universo.

L’ultima (ma non meno importante) invece, risponde alla domanda “Che parte ha l’uomo in questo meccanismo perfetto? Cosa ne è dei suoi sogni, della sua coscienza, della sua libertà?”

Quella che Carlo Rovelli fa emergere è la curiosità dell’uomo nei confronti di ciò che lo circonda, ed è proprio questa curiosità che lo spinge ad indagare, a fare ipotesi, a sperimentare, a scoprire.

È proprio qui che nasce la scienza.

«Einstein ha trascorso un anno a bighellonare oziosamente. Se non si perde tempo non si arriva da nessuna parte».

Rovelli parte dalla relatività generale e, dopo averci accompagnato nella scoperta dell’universo, ci guida alla scoperta dell’uomo.

Un saggio molto breve ma intenso e affascinante nella sua semplicità. Di certo non è una lettura di puro svago. È un libricino che si legge in metà giornata. Alla fine di ogni lezione però, scaturisce in noi la curiosità di cui parla appunto Rovelli e che ci spinge a voler scoprire sempre di più.

Questo libricino ha un solo difetto: lo si finisce troppo in fretta.

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